Rowdy – La recensione di musicoff.com

Di Maggio Connection, R’n'R e una chitarra strabiliante

Questo il titolo che il sito musicoff.com ha dato alla recensione del nuovo album Rowdy.

ROWDY LP

Alcuni estratti dall’articolo:

..il nuovo disco dei The Di Maggio Connection, un concentrato di Rockabilly, Swing, R’n'R con un groove atomico e una chitarra a dir poco straordinaria.

e ancora..

Si tratta del terzo album ufficiale del trio, ma è un numero piuttosto piccolo se si pensa alla produzione totale di Marco Di Maggio, che nel caso di questo album segna il numero 14.

Il disco contiene 11 brani, attraverso i quali si attraversano tutte le atmosfere più care al chitarrista fiorentino. Dai ritmi sfrenati del rock’n'roll e rockabilly, alle ballad di classe, a brani strumentali vigorosi e melodici, fino anche a cover inaspettate, come quella di un classico dei classici come “Smoke on the Water” dei Deep Purple in una versione che davvero difficilmente avrete mai sentito in giro.

Gli omaggi sono 3, mentre 8 brani sono totalmente originali, composizioni scritte da Marco Di Maggio insieme a Francesco Chisci, che da molto tempo è il suo braccio destro come paroliere per i testi delle canzoni.

continua..

..in questo caso, il trio power lo è davvero, c’è un affiatamento totale e a tratti sembra quasi di trovarsi di fronte a un live, uno di quelli però in cui ogni musicista non sbaglia un colpo.
A loro poi si aggiungono spesso degli ottoni, in particolare trombe che vi faranno sentire come alla guida una macchina in corsa su un lungomare messicano, immagine degna di un film di Q… no, indovinate da soli!

e ancora..

Se quindi il fulcro dell’album è il Rock’n'Roll, i The Di Maggio Connection riesco a fare breccia sia movimentando la scaletta con vari stili, sia risultando abbastanza originali nella composizione, che pur essendo molto legata a un preciso genere musicale e ai suoi canoni standard, offre ad esempio ritornelli che subito restano nelle orecchie dell’ascoltatore e si prestano ad essere canticchiati più volte per seguire il battito del piede che si fermerà ben dopo lo stop del cd o del player.

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https://www.musicoff.com/recensioni/recensioni-album/di-maggio-connection-r-n-r-e-una-chitarra-strabiliante

Nuovo album in uscita il 7 Dicembre 2018

Terzo Album per The DI MAGGIO CONNECTION, ma ben il quattordicesimo per il leader della Band, Marco Di Maggio, considerato dalla stampa specializzata tra i maggiori chitarristi R’n’R mondiali ed unico artista italiano eletto Honorary Member dalla Official Rockabilly Hall of Fame, Usa.

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L’album è costituito da 12 brani, dei quali, 9 originali scritti da Marco Di Maggio e da Francesco Chisci, più 3 remakes di brani classici del Rock e del Rock’n’Roll, rivisitati e stravolti in chiave personale.

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Con questo nuovo lavoro, è facile percepire l’affiatamento di una band che negli ultimi 15 anni ha calcato palchi internazionali in innumerevoli tour che li hanno portati ad esibirsi in 24 paesi, dagli Usa alla Cina.
Seppure Marco Di Maggio è ad oggi l’unico artista italiano insignito del prestigioso ruolo di Honorary Member della Official Rockabilly Hall of Fame americana, il suo bagaglio tecnico e l’esperienza maturata sia nell’ambito della Roots Music americana lo hanno sempre portato a non chiudersi in cliché limitativi e settoriali, ma semmai ad esplorare il variegato mondo dei sottostili legati al Rock’n’Roll, Country, Blues, Surf, Swing, Rockabilly, cercando di fondere il tutto con un tocco originale, personale e mai banale…
La band ha suonato in 24 paesi, dagli Usa alla Cina, collaborato con oltre 50 artisti leggendari, quali Terry Williams (Dire Straits), Dave Roe (Bassista di Johnny Cash), Dj Fontana (Batterista di Elvis)…per citarne alcuni.
Centinaia di festival internazionali quali Montreux Jazz Festival 2009, Grand Ole Opry/Ryman Auditorium 2001, Usa, Pistoia Blues 2015 e molti altri.
L’album è un grande mix di parte dei generi ruotanti intorno al Rock’n’Roll, un viaggio virtuale tra le Highway americane, col pensiero rivolto ad atmosfere sognanti ma con la suspence di un film spy, dove il suono twang della sua chitarra taglia a fette l’incessante base ritmica del Contrabbassista Matteo Giannetti e del Batterista Marco Barsanti, fonde ritmi tribali con il Bop ed il Blues, tra venature Country e sonorità Rockabilly, strizzando l’occhio al passato ma con un sound saldamente attaccato al presente e da suonare ad alto volume… Rowdy!

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Grazie a tutti!

Finalmente, dopo un lungo tour che ci ha portato per 40 giorni in Usa, Canada e Francia, trovo il tempo per commentare il tutto…
Erano quasi 12 anni che, per scelta personale, non tornavo a suonare negli Usa… dalla prima volta in Wisconsin nel Maggio 1998, per proseguire con svariati tour che mi avevano visto apparire dal Midwest a Nashville e a Las Vegas in palchi stratosferici: Grand Ole Opry/Ryman Auditorium, Nasvhille – Viva Las Vegas/Rockabilly Hall of Fame stage, Las Vegas – Jackson Rockabilly Fest, Green Bay Rockin’ 50′s Fest, per citarne alcuni durante i quali ebbi il piacere di collaborare con molti dei miei idoli, tra i quali Dj Fontana (batterista di Elvis Presley), Dickie Harrel (batterista dei Gene Vincent Blue Caps), Dave Roe (bassista di Chet Atkins e Johnny Cash), Kevin Smith (bassista di Willie Nelson e Highnoon), Mark Winchester (bassista della Brian Setzer Orchestra), Billy Swan.
A rigor di logica sarei dovuto restare la e continuare la mia carriera dove, evidentemente, i meriti ed il talento vengono riconosciuti senza pregiudizi, si perche’ ho sempre pensato che se un pizzaiolo newyorkese andasse a chiedere lavoro a Napoli probabilmente susciterebbe un certo scetticismo! Invece sono andato negli Usa, seppur dopo il successo del primo album dei Di Maggio Bros. “Rockabilly From the Boots Up”, Best seller della Rockabilly Hall of Fame e ho avuto la piacevole conferma che il lavoro svolto a monte era stato fatto bene e con la dovuta professionalita’… appena arrivato non nascondo che avevo un certo timore reverenziale, specialmente per la dizione inglese, ma bastarono 50 minuti di concerto per farmi capire il gradimento degli americani.
Da li’ e’ stato tutto relativamente facile e ho avuto l’onore ed il piacere di suonare con buona parte degli artisti leggendari appartenenti a questo genere, tutti mi hanno sommerso di complimenti e soprattutto mi hanno fatto sentire a mio agio dal primo momento….

In cinque anni ho avuto modo di confrontarmi con artisti di grande levatura, di acquisire la consapevolezza di aver fatto la cosa giusta e sono tornato ad esibirmi costantemente in Italia ed Europa, dove naturalmente nel frattempo il mio nome e quello relativo ai miei progetti Di Maggio Bros. ed in seguito Di Maggio Connection era salito notevolemente di quota, cosa che mi ha permesso di lavorare in un continente a me piu’ familiare e molto piu vicino a casa.

Pur restando in Europa (a parte 3 tour in Cina), negli ultimi anni ho ed abbiamo comunque collaborato con vere e proprie leggende americane: Johnny Farina (Santo & Johnny), Slim Jim Phantom (Straycats), Terry Williams (Dire Straits), Robert Gordon, Linda Gail Lewis, Billy Lee Riley e molti altri ancora…
Tutto questo, per uno come me che ha scelto di fare come unico lavoro il musicista professionista ma che al primo posto mette gli affetti, la famiglia, gli amici, la sua citta’, ha significato rinunciare in buona parte ai proverbiali Tour americani di mesi e mesi on the road e probabilmente anche all’accumulare qualche ulteriore chance in piu’, ma non ho rimpianti perche’ se e’ vero che per un artista R’n’R e affini suonare nella patria dove e’ stato creato e’ il massimo, e’ anche vero che una volta finito il concerto devi poi affrontare la vita quotidiana che e’ fatta di abitudini, relazioni generali con la gente e differenze culturali che non sempre vanno a braccetto tra loro, per vari motivi.

Per onesta’ poi va detta una cosa fondamentale, a parita’ di livello in Europa i musicisti guadagnano molto di piu’ ed e’ anche per questo che (a parte i grandi nomi del Pop e Rock internazionale), molti di loro vengono molto volentieri da noi!

Sentivo pero’ la necessita’ di tornare negli Usa, primo perche conosco l’approccio entusiastico del pubblico americano e questo mi mancava da tempo, secondo perche’ erano anni che molti amici e fans me lo chiedevano, terzo per capire quale sarebbe stato l’impatto con il pubblico dopo tanti anni e se lo stesso poteva essersi dimenticato del mio operato, quarto, molto importante, per capire il mio livello tecnico/artistico e sapere quanto fossi migliorato negli ultimi anni…

Soprattutto volevo tornare con la mia band, con i miei musicisti. Nei 5 anni precedenti avevo infatti sempre suonato con grandi musicisti americani, eccezion fatta per l’ultima volta nella quale suonammo come Di Maggio Bros. a Green Bay, con mio fratello Massimo Di Maggio e Matteo Giannetti.
Stavolta e’ stato il turno della Di Maggio Connection con Marco Barsanti alla Batteria e Matteo Giannetti al Contrabbasso ed il risultato e’ stato fantastico… Abbiamo suonato da New York, passando per Toronto, Chicago, Detroit, Green Bay, Milwaukee, Minneapolis, Nashville, Washington e molte altre citta’ per un totale di 20 concerti nei quali la risposta di pubblico e critica e’ stata eccezionale.

Personalmente, dopo tanti riconoscimenti e commenti dai tanti personaggi citati, durante questo tour ho avuto il piacere di sentirmi dire sia dal pubblico che in un paio d’interviste radio che:
Marco e’ piu’ veloce di Roy Clarke” – Fan in Toronto
Ho visto spesso Bill Kirchen ma tu sei pure meglio” – Fan in Rochester
Marco vale 2 volte Brian Setzer” – Sheldon Kay – Dj and Boss at The R’n’R Lawyer Radio Show in Detroit
A Sheldon ho risposto, beh, Brian Setzer e’ uno dei miei chitarristi preferiti, non credo di valere il doppio ma prendo e porto a casa!

Dopo 25 giorni on the road negli Usa e Canada, abbiamo suonato in Italia e siamo ripartiti per il Good Rockin’ Tonite in Francia, questa volta con Massimo Di Maggio e i Di Maggio Bros.
Abbiamo avuto il piacere di suonare con Robert Gordon, Linda Gail Lewis e finire in bellezza uno splendido Weekend con il concerto dei Di Maggio Bros. e la Francia non e’ stata da meno degli Usa, tributandoci un’accoglienza grandiosa farcita da 3 bis, di fronte ad un pubblico eccezionale e nutrito di spettatori illustri quali Robert Gordon, Linda Gail Lewis e il nostro amico Charlie Gracie che ci hanno sommerso di complimenti…

Che dire? Grazie a: Marc Mencher, Phil Doran, all the American Fans, Blue Monday, Jacky & Lyliane, Kav Kavanaugh, Jerome, Daniel, Massimo Di Maggio, Marco Barsanti, Matteo Giannetti, a tutte le bands italiane e straniere con le quali abbiamo condiviso 3 giorni molto belli e naturalmente a tutti voi che ci seguite dal vivo e su Fb e…

Scusate la lungaggine!
Alla prossima!
R’n’R

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